Commercio internazionale spia rossa per l’economia.

 Ad aprile, scrive l’Istat, l’export registra una nuova flessione su base mensile, la seconda consecutiva, che riguarda entrambe le aree, Ue ed extra-Ue, ed è dovuta alla riduzione delle vendite di prodotti intermedi e beni di consumo. Su base annua, l’export flette per la prima volta da febbraio 2021. Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla riduzione tendenziale dell’export si segnalano: metalli e prodotti in metallo, articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici, prodotti della raffinazione e sostanze e prodotti chimici. Per quanto riguarda i Paesi che forniscono i maggiori contributi alla flessione dell’export nazionale sono: Germania (-8,7%), Belgio (-23,0%) e Regno Unito (-13,7%).
La Germania, in recessione tecnica, è il primo mercato di sbocco del made in Italy e quel “quasi 9% in meno” ha un peso notevole sul totale delle nostre esportazioni che comunque, va ricordato, hanno avuto quasi due anni di crescita continua. Ma ora le cose stanno cambiando e non solo per il l’Italia. Se guardiamo alle rilevazioni statistiche di Eurostat, leggiamo che la prima stima per le esportazioni di merci dell’area dell’euro verso il resto del mondo nell’aprile 2023 era di 216, miliardi di euro, in calo del 3,6% rispetto ad aprile 2022 (224,1 miliardi di euro). Anche il commercio all’interno dell’area dell’euro è sceso, in calo del 5,2% rispetto ad aprile 2022.

Intanto la Banca d’Italia è uscita con le proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana, nelle quali la crescita del Pil è rivista al rialzo. Dopo la ripresa nel primo trimestre del 2023 (0,6 per cento), si espanderebbe in misura contenuta nel resto del triennio di previsione, frenato dagli effetti del peggioramento delle condizioni di finanziamento. In media d’anno il prodotto aumenterebbe dell’1,3 per cento nel 2023, dell’1,0 nel 2024 e dell’1,1 nel 2025.

La BCE ha aumentato ancora i tassi d’interesse

Come ampiamente previsto, anche questo mese la BCE ha innalzato di 25 punti base i tre tassi di riferimento. Nel commentare la decisione, la Presidente Christine Lagarde ha detto che, pur essendo diminuita, l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. La decisione presa è dunque conseguenza della determinazione di assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al nostro obiettivo del 2% nel medio periodo.

Inflazione

Il tasso di inflazione annuo dell’area dell’euro, secondo Eurostat, è stato del 6,1% a maggio 2023, in calo rispetto al 7,0% di aprile. In Italia, scrive Istat, nel mese di maggio l’inflazione riprende a scendere, tornando, dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo 2023 (+7,6%).
Il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in calo su base congiunturale.

Sostenibilità e imprese

Quello della sostenibilità delle imprese  è un tema sempre più attuale e presente, come dimostrato dai recenti dati emersi nell’Asseprim Focus, l’Osservatorio economico dei servizi professionali all’impresa realizzato da Asseprim (la Federazione Nazionale dei Servizi Professionali per le Imprese) con Format Research, dal quale emerge che un’impesa su due vuole investire entro la fine del 2023 per essere più sostenibile, il 17% si sta adattando ai parametri ESG.
Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale di Ascom Bergamo, affidato a Format Research, un campione rappresentativo di imprese del commercio, turismo e servizi, è stato invitato a rispondere sul tema della sostenibilità. La maggioranza delle imprese del terziario della provincia di Bergamo ritiene che la propria azienda sia molto o abbastanza sostenibile (è così per il 56,9% degli imprenditori). Negli ultimi due anni però solo una minoranza delle imprese, il 16%, ha investito sulla sostenibilità. Non manca tuttavia un 10% che pensa di iniziare a farlo presto.

Lavoro, competenze e giovani.

Nella Congiuntura Confcommercio leggiamo che in un’economia in frenata, il mercato del lavoro sembra “conservare una certa vivacità”. Questione che viene confermata anche dai dati FIPE Confcommercio che stima in 164.490 le assunzioni previste nel settore del turismo nel mese di giugno, circa 7.000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si conferma, tuttavia, la difficoltà a reclutare il personale in circa il 50% dei casi per la mancanza di candidati e per il profilo delle candidature.
Migliora la fiducia delle imprese romane, come mostra l’Osservatorio Confcommercio Roma realizzato con Format Research, grazie soprattutto al turismo che ha un andamento da record e il settore prevede per giugno un’occupazione in crescita ma con difficoltà di reperimento del personale.
Interessante, rimanendo in tema, la recente indagine INAPP, secondo la quale i giovani sono senza bussola e confusi sul proprio futuro professionale. Il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare.

Ci teniamo a segnalare che la Banca d’Italia ha iniziato a pubblicare i rapporti annuali sulle economie regionali del 2023. In questa newsletter riportiamo il Lazio e il Friuli-Venezia Giulia.

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