Questa, in sintesi, la fotografia dell’avvio del 2023, dati Istat: cresce del 3,2% il reddito delle famiglie consumatrici nel primo trimestre dell’anno che registra anche un aumento dello 0,6% della spesa per consumi finali.
Se si considera una sostanziale stabilità dei prezzi il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto del 3,1%. Peggiora, però, il deficit nei primi tre mesi dell’anno nel quale si osserva anche un deciso calo della pressione fiscale.
Il nostro Paese ha dovuto “fare i conti”, resistere e superare una serie di terribili momenti di crisi che hanno determinato una grande incertezza a livello globale
All’Assemblea annuale di Assolombarda, il presidente Spada ha detto, con giustificato orgoglio, “Noi siamo, per natura geografica, nel cuore dell’Europa e, per capacità industriale e ruolo progettuale, il cuore dell’Europa”.
Quindi ha delineato quale sia la situazione economica nazionale attuale che ha visto .
Ma in questo contesto le imprese italiane, pur messe a dura prova, “hanno fatto uno sforzo immenso per salvaguardare la loro attività e vincere le sfide sui mercati internazionali.
L’industria manifatturiera del nostro Paese, dopo aver contribuito con una crescita del 14,1% del suo valore aggiunto alla ripresa economica del 2021, nel 2022 è aumentata ancora dello 0,3%.
A questo si aggiunge la crescita del PIL dello 0,6% nel primo trimestre di quest’anno: più di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e anche degli Stati Uniti”.
E la Lombardia, a fine 2023, ha detto Spada, “si troverà al 4,3% sopra i livelli pre-pandemia, il Baden-Württemberg sarà sotto dello 0,9%, la Baviera sopra solo dello 0,5%, mentre la Catalogna sarà tornata ai livelli di cinque anni fa”.
Anche Banca d’Italia, nella sua Indagine sulle imprese industriali e dei servizi, mostra dati positivi e scrive che nel 2022 il fatturato, il monte ore lavorate e gli investimenti delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi con almeno 20 addetti hanno continuato a crescere, seppure a ritmi più lenti dell’anno precedente. L’attività produttiva è stata favorita dall’attenuarsi delle difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi ma è stata frenata dall’acuirsi dei rincari energetici, che hanno contribuito all’aumento diffuso dei prezzi di vendita. Il numero totale di occupati è aumentato nel 2022, recuperando la flessione osservata nel periodo pandemico.
Inflazione
Secondo le stime preliminari Istat, nel mese di giugno 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% del mese precedente.
Il rallentamento dell’inflazione continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici, in particolare della componente non regolamentata, in apprezzabile calo rispetto al mese precedente.
Questa buona notizia è in linea con ciò che accade nel resto dell’Europa dove, i dati Eurostat ci dicono che nell’area euro l’inflazione è scesa anche oltre, al 5,5%.
In Friuli Venezia Giulia “tiene” l’occupazione nel terziario, con quasi 20mila assunzioni nei servizi previste tra giugno e agosto. Allo stesso tempo una famiglia su sei è pronta a investire su casa o automobili, ma l’incertezza economica mette in difficoltà un nucleo su tre. E la grande distribuzione organizzata continua ad avere numeri alti, anche se in calo, mentre crescono gli acquisti online. Sono alcuni dati che emergono da un’indagine sul terziario di Format Research e Ires Fvg, presentata il 29 giugno scorso nella sede di Confcommercio Udine nell’ambito di un incontro promosso dall’Ente bilaterale del terziario del Fvg.
A Roma è pari al 73,5 % la quota di coloro che hanno intenzione di effettuare acquisti durante i prossimi saldi estivi che prenderanno il via il prossimo 6 luglio. La spesa media di coloro che effettueranno acquisti sarà di circa 196 euro, superiore rispetto all’anno. I capi di abbigliamento e le calzature sono in cima alle preferenze. È quanto emerge dall’indagine campionaria rivolta ai cittadini di età superiore ai 18 anni residenti nella città di Roma realizzata da Confcommercio Roma e dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con Format Research.
Inoltre, nell’indagine sui cittadini di Roma Capitale, Il Centro Storico nelle decisioni di acquisto dei consumatori, di Confcommercio Roma e dalla Camera di Commercio di Roma in collaborazione con Format Research, leggiamo che un romano su tre non va più in centro a fare shopping: oltre il 30% dei residenti preferisce fare acquisti online o nei centri commerciali piuttosto che nel centro storico. Traffico, parcheggi insufficienti, degrado urbano e inefficienza dei mezzi pubblici: questi i principali deterrenti secondo il campione intervistato, aggravati dalle nuove abitudini d’acquisto digitali maturate dopo la pandemia. Solo il 37,3% dichiara di aver fatto acquisti nel centro storico nell’arco degli ultimi dodici mesi.