Economia globale ed europea
Nell’Interim Report di Settembre, l’analisi sull’economia globale dell’OCSE mostra che questa si è dimostrata più resiliente del previsto nella prima metà del 2023, ma le prospettive di crescita rimangono deboli. Con la politica monetaria sempre più marcata e una ripresa più debole del previsto in Cina, si prevede che la crescita globale nel 2024 sarà inferiore a quella del 2023. Sebbene l’inflazione generale sia in calo, l’inflazione di fondo rimane persistente. I rischi continuano a essere orientati al ribasso.
Christine Lagarde, Presidente della BCE, oggi 25 settembre, in audizione presso la Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, ha parlato dell’attività economica dell’area dell’euro come sostanzialmente stagnante nella prima metà del 2023 e con gli indicatori al ribasso per il terzo trimestre. la Banca Centrale Europea non raggiungerà il suo obiettivo di riportare l’inflazione al 2% prima della fine del 2025.
Secondo le stime HCOB PMI® Flash dell’Eurozona, l’andamento dell’attività economica ha subito un ulteriore deterioramento, evidenziato da una diminuzione della domanda da parte dei clienti. Questo è il quarto mese consecutivo di calo dei nuovi ordini, con la flessione di settembre che si è rivelata particolarmente significativa, rappresentando il valore più basso dall’anno scorso, precisamente da novembre 2020.
Commentando i dati PMI flash, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “I dati PMI del settore dei servizi dell’eurozona mostrano una situazione cupa ma non del tutto disastrosa. Di certo, l’attività si è ridotta ancora una volta e i nuovi ordini hanno riportato la terza contrazione mensile consecutiva. Ciononostante, a settembre le aziende stanno assumendo personale ad un tasso che in qualche modo è risultato più veloce rispetto a quello di agosto. Le imprese stanno quindi mostrando ancora un po’ di resilienza e ottimismo malgrado la diminuzione della domanda. Detto questo, prevediamo per l’eurozona un terzo trimestre in contrazione, e le nostre previsioni a brevissimo termine, che comprendono gli indici PMI, indicano un calo dello 0.4% rispetto al secondo trimestre”…
Un milione di lavoratori in più
Sono interessanti i dati dell’Osservatorio Inps sul precariato: “A giugno 2023 – scrivono – si registra un saldo positivo pari a 459.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +367.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +92.000 unità (dettagliatamente: +30.000 per gli intermittenti, +29.000 per i rapporti a tempo determinato, +28.000 per gli apprendisti, +12.000 per gli stagionali e – 7.000 i somministrati). A giugno 2023 si registra una crescita, rispetto a giugno 2019, delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato pari a +1.029.000 unità”.
Intelligenza artificiale e i lavori di domani
Il World Economic Forum, che in questi giorni, dal 22 al 25 settembre, è impegnato a Davos con i Sustainable Development Impact Meetings (SDIM23), che hanno lo scopo di riunire rappresentanti di governi, imprese, organizzazioni internazionali e società civile per discutere di come accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, ha da poco pubblicato Jobs of Tomorrow: Large Language Models and Jobs, I lavori di domani, grandi modelli linguistici e lavori. Nello studio si considera che i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), resi possibili dall’intelligenza artificiale, avranno un impatto significativo sui mercati del lavoro.
Molti saranno i ruoli lavorativi a rischio, come quelli che coinvolgono compiti linguistici di routine e ripetitivi, compresi ruoli come autorizzatori di crediti, controllori e impiegati. È anche vero che potranno nascere nuovi ruoli e nuove qualifiche: sviluppatori di IA, progettisti di interfacce e interazioni, creatori di contenuti di IA, curatori di dati e specialisti in etica e governance dell’IA, e sono solo alcuni esempi. Inoltre saranno avvantaggiati tutti quei ruoli lavorativi che richiedono pensiero critico, capacità di risolvere problemi complessi e creatività.
Il mercato italiano dello strumento musicale
DismaMusica, Associazione di categoria aderente al sistema Confcommercio, ha presentato a Roma, presso la camera dei Deputai e qualche giorno dopo a Milano, nella storica sede di Confcommercio, i dati, elaborati da Format Research, sul mercato italiano dello strumento musicale. Viene elaborata una fotografia nitida del settore delle imprese, con un focus sul consumatore italiano. Emerge che il mercato degli strumenti “tiene” e mostra incoraggianti segnali di vitalità, ma la pratica musicale è ancora riservata ad una minoranza: di gran lunga più piccola rispetto alla platea dei musicisti amatoriali presenti nei principali Paesi del mondo.
L’economia di Roma negli anni duemila
Si è svolto questa mattina (25 settembre) presso la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, in Piazza di Pietra, il convegno “L’economia di Roma negli anni duemila” a cura della Banca d’Italia in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma. Il rapporto analizza l’economia dell’area metropolitana di Roma dagli inizi degli anni duemila fino alla vigilia della pandemia.
A fronte dell’arretramento del settore pubblico, delle grandi imprese e degli investimenti, si è assistito a una rapida crescita dell’occupazione nei servizi a bassa intensità di conoscenza, anche a causa del forte incremento dei flussi turistici. Ne è derivata una sensibile riduzione della specializzazione nei servizi ad alta intensità di conoscenza e una forte espansione delle occupazioni meno qualificate.
Nonostante tali dinamiche, l’economia di Roma presenta ancora una serie di punti di forza, tra cui: il ruolo ancora centrale dei servizi ad alta intensità di conoscenza e l’alto grado di internazionalizzazione di quelli per le aziende, il peso rilevante dei lavoratori con istruzione superiore, un elevato tasso di natalità delle imprese e un notevole peso della ricerca pubblica.