Una manovra da 24 miliardi

Il Consiglio dei ministri ha da poche ore approvato il disegno di legge di bilancio da 24 miliardi di euro. È stato annunciato in Conferenza stampa dalla Premier Meloni. Fra le misure più attese quella sul cuneo fiscale che porterà 100 euro in più al mese a 14 milioni di cittadini. (QUI)

È una “manovra” che arriva in un contesto particolarmente delicato e difficile sia sul piano internazionale, con l’inasprirsi e allargarsi delle tensioni geopolitiche, sia sul piano nazionale, con l’economia che è in rallentamento, secondo quanto riportato dai più autorevoli istituti di ricerca.

Le previsioni del FMI

Il Fondo monetario internazionale, all’inizio della settimana scorsa, ha pubblicato l’aggiornamento del World Economic Outlook nel quale è scritto a chiare lettere che la crescita globale rallenterà dal 3,5% nel 2022 al 3,0% nel 2023 e al 2,9% nel 2024, ben al di sotto della media storica (2000-2019) del 3,8%.

Questo rallentamento riguarda anche il nostro Paese, il cui Pil, prevedono, crescerà dello 0,7% sia quest’anno che il prossimo, con un taglio pari allo 0,4% e allo 0,2%, rispettivamente, rispetto alle previsioni pubblicate precedentemente.

L’economia mondiale e italiana rallentano

È stato pubblicato il Bollettino Economico n°4 della Banca d’Italia nel quale già troviamo un accenno ai più recenti fatti di Palestina: L’economia mondiale rallenta e, scrivono, le tensioni geopolitiche, accentuate dai recenti attacchi terroristici in Israele, pesano sull’evoluzione del quadro congiunturale globale. Anche se bisogna dire che, ad ora, è impossibile dare una stima precisa di quanto questi tragici eventi graveranno sull’economia internazionale.

Per quanto riguarda l’Italia le valutazioni di Banca d’Italia, sono che dopo la diminuzione del secondo trimestre è proseguita la fase di debolezza dell’attività economica in Italia, estesa sia alla manifattura sia ai servizi. Gli indicatori confermano la fiacchezza della domanda interna, che riflette l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito, l’erosione dei redditi delle famiglie dovuta all’inflazione e la perdita di vigore del mercato del lavoro.

Effetti negativi delle politiche restrittive della BCE

Gli effetti della politica restrittiva della BCE, in atto ormai da oltre un anno, si stanno manifestando (ad es. variazione negativa del Pil italiano nel secondo trimestre, riduzione annuale della produzione industriale). Gli effetti possono cogliersi anche nel mercato bancario in Italia.

Lo scrive l’Associazione Bancaria Italiana nel suo consueto Rapporto Mensile, dove, tra l’altro, indica che, a settembre 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,8% rispetto a un anno prima, mentre ad agosto 2023 avevano registrato un calo del 3,5%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 6,2% e quelli alle famiglie dello 0,6%. Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che deprime la domanda di prestiti.

Impatto economico del Giro d’Italia

Il recente studio di Banca IfisGiro d’Italia: la tradizione di eccellenza che valorizza il territorio” è il primo studio scientifico che stima l’impatto economico della corsa ciclistica più iconica e amata dagli Italiani. Due miliardi di euro: è questo il giro d’affari generato dall’edizione 2023 del Giro d’Italia, ennesima conferma di valore di una manifestazione dal fascino senza tempo che, ad oltre 100 anni dalla sua nascita, continua a unire l’intera Penisola nel segno della maglia rosa. La Corsa Rosa, leggiamo, è un evento in grado di generare grande forza attrattiva, che si traduce in un ritorno economico per i territori che sopravvive ben oltre la durata della manifestazione stessa.

Firenze spaccata, è allarme sicurezza

Sono stati numerosi e ripetuti, negli ultimi tempi, gli eventi criminosi che hanno preso di mira negozi, bar e ristoranti di Firenze, episodi che hanno aumentato il senso di vulnerabilità degli esercenti della città, dato che risulta chiaramente dalla ricerca commissionata da Confcommercio Firenze a Format Research.

Il 65% degli intervistati avverte un senso di sicurezza «scarso», quando non «molto scarso», riguardo i possibili danneggiamenti che potrebbero colpire loro stessi, i loro collaboratori o la loro impresa. Uno su due si sente meno sicuro rispetto al passato.

“Il fenomeno – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – al di là dei numeri effettivi relativi al crimine, ha assunto i connotati di un vero allarme sociale”. “Le conseguenze dell’incremento dei crimini contro i pubblici esercizi sono pesantissime e non solo a livello economico per chi ne è colpito, ma anche a livello psicologico e sociale per tutti” rincara la dose il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano.

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